I fondatori del Ristorante Rigolo
Benvenuti nel cuore dell'ospitalità milanese, dove la storia del Ristorante Rigolo prende vita nel 1958, quando due giovani fratelli toscani, Sivaldo e Silvano Simoncini, decisero di trasformare la loro passione per la cucina in un'avventura indimenticabile.
Originari di Chiesina Uzzanese in provincia di Pistoia, celebre per i suoi ristoratori di fama, i Simoncini portarono con sé i segreti della tradizione culinaria toscana e la fervente voglia di creare un luogo accogliente dove i sapori autentici si unissero alla gioia della convivialità. Con le loro amate mogli Vilma e Franca, diedero vita al Rigolo nel cuore di Brera.
Sivaldo e la moglie Vilma negli anni ‘70
Renato, figlio di Sivaldo, cresciuto tra le tavole del ristorante, ha ereditato la passione per la gastronomia e il calore dell'accoglienza, diventando il cuore pulsante di questo autentico cenacolo milanese. Accanto a lui, la madre Vilma continua a celebrare la tradizione del Rigolo con curiosità, passione e dedizione.
Guidati da una squadra giovane e talentuosa in cucina e in sala, il Rigolo ha dato vita anche ai piatti "Nostalgia di futuro", un laboratorio di idee e abbinamenti sotto la maestria di Giovanni Tavolaro, che crea piatti innovativi con ingredienti di qualità, tracciando così la tradizione di domani.
Oggi, con 65 anni di storia incisa nel suo DNA, il Ristorante Rigolo è pronto a condividere con voi il prossimo capitolo di questa avventura gastronomica senza tempo. Siete pronti a lasciarvi conquistare dai sapori e dalle storie che il Rigolo sa offrire?
I FONDATORI
CHEF
A tu per tu ...
...con Vilma Simoncini
Fondatrice del Rigolo nel 1958
Il primo sapore che ricorda?
Le rosette di pane, la mattina appena sveglia.
A quanti ha iniziato a lavorare?
A 13 anni
Come ha speso il primo stipendio?
8.000 Lire con i quali mio padre mi accompagnò ad acquistare la tavola della cucina e una bicicletta.
Che cosa non manca mai nel frigo di casa sua?
L’acqua, essenziale.
Se la sua cucina fosse una canzone, quale sarebbe?
Romantica di Tony Dallara. Per riuscire ad avere un suo autografo, l’ho aspettato in grembiule fuori dal Corriere della Sera.
Il suo piatto preferito?
Il fritto di carne e verdure miste, con una preferenza per i cardi
Per chi le piacerebbe avere una nuova occasione per cucinare?
Ugo Tognazzi: goliardico, esperto culinario e appassionato del buon vivere.
La ricetta per conquistare?
Senza dubbio, “il bollito”
La cucina in una parola?
Fantasia!
Se non avesse lavorato in cucina, cosa avrebbe fatto?
Ho un bellissimo ricordo di quando, da bambina, pettinavo i soffici capelli di mia mamma: solo per questo potrei rispondere, la parrucchiera.
...con Giovanni Tavolaro
Chef de cuisine
Da bambino cosa sognava di diventare?
Probabilmente quello che sono oggi. Un grande sognatore capace di trasmettere nei piatti i profumi e gli odori di un tempo coinvolgendo e condividendo la passione con il team
Qual è il valore più importante?
La coerenza, la dedizione e il rispetto di ciò che si è, di ciò che si fa
Il piatto più difficile che ha realizzato?
Mi piace pensare che possa essere il prossimo
Che cosa non manca mai nel frigo di casa sua?
Le verdure dell’orto
Quali sono i tre ingredienti che in cucina non possono mai mancare?
Amore, conoscenza e rispetto della materia prima
Se la sua cucina fosse una canzone, quale sarebbe?
Napule è … Pino Daniele, in omaggio alle mie origini, alla mia terra
Il suo piatto preferito?
Dolma azerbaijani – ravioletti di carne di agnello avvolti in fogli di uva macerata - cucinati da mia moglie
Se la sua cucina fosse un film, quale sarebbe?
La grande bellezza di Paolo Sorrentino
La ricetta per conquistare
Cappuccino di Parmigiano Reggiano affumicato con cioccolato, asparagi e lamponi
La cucina in una parola
Love&Passion